Premesso che:
il parco di palazzo Giustiniani a Bassano Romano (Viterbo) rappresenta un bene di particolare rilievo: al suo interno, oltre al polmone verde di 23 ettari, si trova infatti l'omonimo palazzo, collegato al parco da un ponte levatoio e da un giardino all'italiana di particolare pregio;
il parco, progettato con viali, piazzette, statue e arredi in pietra, ospitava un tempo uno splendido patrimonio arboreo fatto di lecci, castagni, cipressi, abeti, pecci, alberi da frutto. Tuttavia, a dimostrazione dello stato di incuria che colpisce buona parte del patrimonio artistico e paesaggistico italiano, esso si è trovato negli anni in uno stato di progressivo abbandono, con cumuli di rovi e sterpaglie che rappresentano oggi un rischio per possibili incendi e frane;
come intuibile, il parco e la casina di caccia hanno seguito le vicende del palazzo, alternando periodi di disinteresse e spoliazione, favoriti anche dalla gestione privata, a speranze di rilancio legate alla presa in carico da parte del Ministero per i beni culturali, con l'obiettivo di favorire la ripresa delle attività turistiche;
all'inizio degli anni 2000, dopo decenni di chiusura al pubblico, il Ministero ha annunciato infatti lavori parziali di restauro (sia sul palazzo che sulla rocca), consentendo aperture settimanali e visite guidate sotto la gestione del polo museale del Lazio, che hanno permesso al pubblico di accedere agli splendidi affreschi del Domenichino, dell'Albani, del Tempesta;
è in questo contesto di parziale, ma costante, riappropriazione del bene da parte della collettività che appare del tutto incomprensibile quanto sta avvenendo oggi nel parco, dove i rovi, le sterpaglie, le ortiche, gli alberi caduti e l'incuria sfigurano i viali, coprendo quel che resta delle statue, soffocando essenze arboree plurisecolari e ostruendo il passaggio verso la casina di caccia, sempre più cinta d'assedio dalle erbacce e da una vegetazione fittissima;
il luogo, fiore all'occhiello per l'architettura italiana dei giardini, è stato in passato scelto da attori e registi come scenario di film di grande importanza: su tutti "La Dolce Vita" di Fellini, "Il Gattopardo" di Visconti e "Il Marchese del Grillo" di Monicelli;
come accennato, tra l'altro, l'attuale condizione di degrado risulta particolarmente rischiosa sia nella stagione più calda, per via degli incendi boschivi, sia nella stagione autunnale, nella quale le piogge possono attivare frane e smottamenti della cinta muraria, che, nello scorso inverno, ha già ceduto in diversi punti;
in questo contesto si è innestata nell'ultimo anno un'ulteriore vicenda: una puntuale diffida al Comune di Bassano Romano, presentata il 1° agosto 2019 dal polo museale regionale del Lazio (oggi Direzione regionale dei musei), affinché cessi lo sversamento di liquami fognari comunali in un fosso che attraversa il versante sudest della villa. Secondo alcune analisi effettuate dalla ASL di Viterbo, il fosso presenta oggi livelli altissimi di contaminazione da Escherichia coli;
nel febbraio 2018 il Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini, in un incontro a Bassano Romano, annunciò lo stanziamento di 4 milioni di euro per il restauro del complesso, con un probabile successivo raddoppio di tali fondi. Tale stanziamento è effettivamente riscontrabile nel decreto ministeriale 11 gennaio 2018, recante approvazione del programma integrativo degli interventi finanziari con i fondi 2007-2013,
si chiede di sapere:
a quanto ammontino oggi le risorse complessivamente stanziate per la villa Giustiniani di Bassano Romano;
quali siano le motivazioni per le quali, nonostante le risorse annunciate, il parco della villa e la casina di caccia al suo interno siano in uno stato di abbandono e degrado, con un forte rischio di incendi e frane;
se i Ministri in indirizzo non intendano valutare l'opportunità di verificare l'inquinamento ambientale per cui il Comune di Bassano Romano è stato denunciato dal polo museale del Lazio, al fine di evitare che i liquami fognari continuino ad essere sversati all'interno di una villa sottoposta ai vincoli paesaggistici previsti dal piano territoriale paesistico regionale per i giardini storici;
quali siano le motivazioni del sostanziale immobilismo nei confronti dei necessari lavori di ripristino dei tratti di mura perimetrali crollati nell'anno 2019.